Il 24 Maggio 2009 abbiamo inaugurato la nostra sede: una "stanza tutta per noi" avrebbe detto Wirginia Wolf. Ecco il discorso inaugurale:
Ci provo…
SE UNA SERA d’inverno un viaggiatore… comincia così Italo Calvino. Nel nostro caso direi SE UNA SERA di primavera una donna con tanti grilli per la testa, anzi un solo grillo, uno ma buono, comincia a tessere, a ricamare una tela dove i fili, ognuno di un colore diverso, sono amiche, donne. Le viene in mente insomma di mettere insieme delle donne perché si possa insieme riflettere sulle cose che interessano le donne. No, non si tratta proprio di unghie o trucco o quant’altro (anche se è lungi da noi escludere questa parte così intrigante: in effetti non abbiamo escluso dalle nostre conversazioni l’argomento, tanto da dedicare non pochi momenti alle varie modalità di ceretta fai-da-te con margine di riuscita uguale a zero… pelle più che peli). Volevamo trovare il tempo per trovarci, volevamo tempo per noi!!!
E comincia così con un desiderio, forse un bisogno. Comincia che dobbiamo mettere giù idee ed allora le parole evocano: trasparenza/respirare, vedere/trasformazione/definire/acqua/insieme/leggerezza/pungolare/qualcosa che nasce. Capite bene che le idee ci sono, un po’ confuse forse… E poi… dobbiamo trovarci un nome, al femminile, naturalmente e qui forse abbiamo espresso al meglio le nostre potenzialità. “La Pastiera ” è stato molto gettonato come nome: sa di pagano e di sacro, sa di sontuoso e di sensuale, sa di fiori di arancio e di grano maturo, ma avrebbe portato fuori strada. E poi una ridda di nomi.
Siamo partite da La finestra La fonte L’Aurora Aperta-mente Anahita (dea persiana dell’aurora) Aiko (colei che ama gli altri) (No comment please) La rete La trama Deokratica L’essenza mente-gatta (ma assomiglia all’erba gatta) per arrivare finanche ad Ansia-notte non si sa se per quel senso di cupore che al crepuscolo invade l’animo. Una riunione intera per tornare al punto dal quale eravamo partite: il tempo. Il tempo che è occupazione o scelta di azione/è susseguirsi di ore o pensieri/è opportunità di crescere e imparare/è esperienza-bagaglio/è tempo liberato dal lavoro.
Ed infine è LA CLESSIDRA che scandisce il tempo che noi vogliamo liberato Il logo rappresenta una donna esile, un giunco che può solo piegarsi, vitino da vespa, sembra voler volare fuori dal TEMPO. Quei muri invisibili che imprigionano.
E poi cominciano le domande, i temi (il piacere, la rabbia) i progetti (che facciamo CONCILIAMO?) Ma più che altro partiamo dal piccolo, dal quotidiano,anzi ne facciamo un filo rosso, partiamo dalla memoria del quotidiano per non perdersi perché tra una stanchezza e l’altra, si rischia di non trovarsi più, di non trovare il tempo. E noi invece vogliamo trovarci e ritrovarci. (Pina)